L’assessment di gruppo oggi si è fatto prepotentemente largo tra le tipologie di colloquio di lavoro esistenti. Tipico delle grandi aziende, il colloquio di gruppo permette di accelerare il processo di recruiting sottoponendo a un esame collettivo un gruppo di candidati.
La pratica viene dall’America, dove è già utilizzata da molti anni. Anche in Italia, però, le aziende stanno cominciando – specialmente se affiancate da agenzie di selezione del personale – a utilizzarlo nel caso in cui siano previste consistenti “ondate” di assunzioni.
Sono molte le insidie che i colloqui di gruppo nascondono, per cui è bene partire preparati e non lasciar fare all’improvvisazione. Oggi vedremo come si struttura un assestment di gruppo, quali sono le “prove” più comuni e quali sono gli atteggiamenti – palesi e nascosti – che i recruiter prendono in considerazione per effettuare le loro valutazioni.
Assessment di gruppo: come affrontarlo al meglio? Domande e comportamenti non verbali
Hai presente la classica tensione che ti affligge prima di un colloquio importante? Quella sensazione di mani sudate, l’ansia di aver dimenticato qualcosa, la voglia di tornare indietro?
Ecco, con un assessment di gruppo generalmente questo non avviene, perché l’atmosfera è molto più rilassata.
Pensa di entrare nell’albergo (spesso le grandi selezioni si svolgono in alberghi o addirittura palazzetti dello sport), con centinaia di altre persone nella tua stessa situazione. Presto si formeranno piccoli gruppetti, un po’ come avviene con gli esami universitari, e immediatamente si crea un sentimento cameratesco. Non sei solo in una sala d’aspetto con il tuo CV in mano. Il recruiter non avrà occhi solo per te, anzi, dovrai sgomitare per farti notare.
Ma c’è anche un rovescio della medaglia: sappi che il colloquio di gruppo non ha un vero inizio e una fine. Già, perché ogni volta che il recruiter incrocia il tuo sguardo, potrebbe prendere qualche appunto su di te!
Ma prima di entrare nel dettaglio, vediamo come si strutturano tipicamente gli esempi di assessment di gruppo.
Le fasi di un assessment di gruppo
La prova scritta
A seconda del numero di candidati e di posizioni a disposizione, della società di selezione del personale coinvolta e dei requisiti richiesti, i colloqui di gruppo possono svolgersi con modalità anche molto diverse.
Partiamo da quella più completa, tipica di grandi istituti come le banche. In questo caso la prima fase è costituita da una prova scritta, mirata a scremare quanto più possibile l’alto numero di candidati. Generalmente le domande vertono su cultura generale, logica, matematica, pensiero laterale, italiano e una lingua straniera.
Le prove si svolgono in religioso silenzio e, ca va sans dire, non si può copiare! Il sistema di correzione è affidato a un macchinario laser che rileva i punti in cui è stata barrata la casella (si tratta quasi sempre di domande a risposta multipla) per effettuare una valutazione veloce e precisa.
A questo punto, a seconda del numero di candidati, si può procedere immediatamente alla seconda fase o invece stabilirne la data e la suddivisione dei candidati che hanno superato il turno.
Il colloquio orale di gruppo e quello singolo
Il colloquio orale di gruppo è la seconda fase di selezione per le grandi aziende e la prima per quelle di media grandezza, dove generalmente si salta la fase della prova scritta.
Qui entrano prepotentemente in gioco le cosiddette “soft skills”, ossia quelle competenze sociali che ci consentono di distinguerci in un gruppo e diventarne leader, gregario o oppositore.
Non è infatti la cultura a essere in gioco in questa fase: si tratta piuttosto di esaminare le capacità di ascolto, di dialogo e di problem solving che tornano particolarmente utili nel caso in cui si debba lavorare in team.
All’assessment di gruppo segue il colloquio individuale, a cui accedono solo i candidati che hanno superato la prova. Anche questo può avvenire, a seconda del numero dei candidati, immediatamente dopo la prova di gruppo o in un’altra data.
Ma vediamo quali sono i contenuti della fase di gruppo, le domande più frequenti e le risposte giuste!
Le prove dell’assessment di gruppo
Una volta formate le “squadre”, i candidati vengono riuniti in una stanza e viene dato inizio alla prova.
I recruiter illustreranno a questo punto a grandi linee la storia dell’azienda, la figura cercata e le mansioni che dovrà svolgere. Come ho detto, gli esercizi mirano a verificare le capacità di problem solving dei candidati e il loro atteggiamento nei confronti del gruppo.
Qualche consiglio sempre valido
Come vedrai, nelle fasi che seguono dell’assessment di gruppo avrai bisogno di concentrazione. Ecco qualche consiglio utile nel momento in cui devi prendere la parola:
- Parla in modo chiaro, senza gesticolare e con un tono di voce non troppo alto
- Sii sintetico ma preciso nell’esprimere la tua opinione senza lasciarti influenzare dagli altri
- Poniti in atteggiamento di ascolto ed evita toni polemici
- Non isolarti e non aver paura di fare domande
- Attieniti alle tempistiche fissate, sia individualmente che in gruppo
Il problem solving
Uno degli esercizi più tipici è quello della “nave che sta affondando”. I recruiter illustrano una situazione di crisi, nella quale i candidati sono i protagonisti. Viene chiesto di pervenire a una soluzione unanime in un certo periodo di tempo.
Una variante meno “drammatica” prevede la realizzazione di un determinato progetto lavorativo o meno.
In tutti i casi, non appena i recruiter lasciano la parola ai candidati si riscontra il momento in cui emergono le singole personalità. Volente o nolente, presto emerge un leader che si propone come guida per il gruppo. Spesso si creano delle fazioni con favorevoli e contrari, qualcuno cambia idea (il che non è vista come cosa negativa, anzi) e nella maggior parte dei casi si riesce a raggiungere il risultato.
I recruiter osservano attentamente i candidati durante tutto il processo, ma non intervengono. Il loro scopo è verificare:
- Chi è il leader (ma questo non significa che il leader sarà automaticamente tra i selezionati)
- Chi cerca di fare da paciere (ottima caratteristica per il candidato)
- Quello che non vuole raggiungere l’accordo (pessimo esempio di lavoro in team)
- Chi non si esprime mai (denota poca personalità).
Il succo è che, per superare questa fase, devi semplicemente essere te stesso. Fingere non servirà a nulla: i recruiter sono esperti e sanno bene quando le persone mentono! Inoltre, anche il nostro linguaggio non verbale viene preso in considerazione:
- Braccia conserte denotano chiusura
- Interrompere il discorso degli altri implica un atteggiamento prevaricatorio
- Uno sguardo che vaga per la stanza è indice di disinteressamento.
Il “se fossi”
Generalmente all’esercizio di problem solving segue una presentazione da parte di ogni singolo candidato con un breve excursus sugli studi e sull’esperienza lavorativa. Questo a volte può avvenire anche prima, ma lo scopo è sempre lo stesso: testare la capacità del candidato di parlare in pubblico e la sua sicurezza.
Lo stesso scopo è alla base dell’esercizio successivo, il “se fossi”. In questa fase viene chiesto ai candidati di esprimere cosa sarebbero se fossero un libro, un film o un personaggio famoso del presente o del passato.
Questo esercizio serve a capire le aspirazioni e le priorità del candidato, e valutarne la personalità in relazione alle prospettive di carriera.
Anche qui il consiglio principale è quello di essere sé stessi, ma evitare manifestazioni eccessive: citare come personaggio preferito un politico particolarmente esposto potrebbe inimicarti qualcuno, così come citare come modello di vita Paris Hilton!
Il colloquio individuale
Se sei riuscito a superare tutte queste fasi complimenti, ce l’hai quasi fatta! Non ti resta che affrontare la fase del colloquio individuale.
Come? Hai bisogno di aiuto anche per quella? Allora corri a leggere quali sono le domande più frequenti, come scrivere la tua lettera di presentazione e il tuo CV!