“Dove ti vedi tra 5 anni?” è una delle più temute domande colloquio di lavoro. Per superare indenne questo e altri quesiti scottanti e ottenere finalmente quel lavoro, conviene fare un passo indietro: scopriamo quindi le domande colloquio di lavoro più frequenti e come rispondervi.
La preparazione alle domande colloquio di lavoro a casa
Avete notato l’annuncio, compilato il form o inviato la mail, ricevuto una richiesta d’incontro e fissato ora e data. Il fatidico giorno è arrivato e, per quanto abbiate cercato su internet tutte le possibili varianti delle domande colloquio di lavoro più frequenti, non avete ancora idea di cosa risponderete. È del tutto normale e presto scoprirete perché.
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Il giorno del colloquio
Apriamo qui una parentesi che non è relativa alle domande colloquio di lavoro ma sta invece a monte: importantissimo presentarsi puntuali. Non importa se la metro ha avuto un guasto, se c’era traffico per strada o se avete dovuto controllare dov’era il gatto prima di chiudere la porta: il ritardo non è mai giustificato ed è indice di poca professionalità. Sempre meglio giocare d’anticipo e uscire di casa con calma, per arrivare alla sede del colloquio 5 minuti prima dell’ora concordata.
Le domande colloquio di lavoro del recruiter
Chiusa la parentesi, entriamo nel vivo e cioè nel colloquio conoscitivo con il recruiter. Da premettere che ci limiteremo a parlare del colloquio individuale: approfondiremo la dinamica del colloquio di gruppo prossimamente.
Cos’è dunque che il responsabile delle risorse umane ci chiederà non appena seduti? Oltre ai convenevoli, ovviamente – e qui consigliamo di essere il più rilassati possibile – la primissima domanda riguarderà il vostro percorso di studi e lavorativo. Siate quindi pronti a raccontare e a rendere interessanti le vostre esperienze, a preparare in anticipo un filo logico che collega l’una all’altra, e a motivare le vostre scelte. Esercitatevi pure a casa ad alta voce, vostra madre non penserà che siete pazzi.
Dopo aver minuziosamente elencato i vostri traguardi, lo sguardo balzerà dal passato al futuro, ed ecco che vi verrà chiesto: “Dove ti vedi tra 5 anni?” o ancora: “Perché dovremmo scegliere te?” o “Elencami tre pregi e tre difetti”. Generalmente, queste sono le domande colloquio di lavoro più gettonate. Tuttavia, a seconda del lavoro per cui vi state candidando, potrebbero presentarsi domande più specifiche relative alla mansione in oggetto o al percorso di studi intrapreso.
Se, come già anticipato, avete cercato in rete la risposta giusta e non l’avete trovata, è proprio perché non esiste una risposta universalmente giusta. I recruiter non utilizzano queste domande per effettuare una scrematura in base a una risposta secca, ma vogliono invece verificare se le vostre attitudini e aspirazioni possono trovare posto all’interno della loro azienda.
Le possibili risposte
Le risposte alle domande colloquio di lavoro dipendono molto anche dalla vostra esperienza personale. Inutile, quindi, mentire spudoratamente su sé stessi. Piuttosto conviene, dopo un adeguato studio preliminare dell’azienda per cui vi state candidando, far convogliare le vostre aspirazioni future in un’ottica che sia compatibile con i progetti dell’azienda.
Alla domanda dove ti vedi tra 5 anni, dunque, è importante mostrare una sufficiente ambizione e rispondere – collocandosi chiaramente all’interno dell’azienda per cui si sta sostenendo il colloquio – in una posizione più alta rispetto a quella che si sta discutendo. Questo denota volontà di crescere e di intraprendere un percorso all’interno di quell’azienda. Attenzione però a non puntare troppo in alto: aspettarsi di diventare amministratore delegato non è una cosa che il responsabile delle risorse umane avrebbe piacere di sentire.
“Perché dovremmo scegliere te?” è un’altra delle domande colloquio di lavoro che spaventano ma che in realtà sono molto utili: questa infatti è l’occasione giusta per fare un riepilogo dei vostri punti di forza e spiegare come questi vi pongano in una situazione di vantaggio rispetto ad altri candidati.
Forse, la più problematica delle domande colloquio di lavoro è quella che chiede di elencare pregi e difetti. Si tratta di camminare sul filo del rasoio: è necessario infatti un equilibrio tra sincerità e una storia che possa “accontentare” il recruiter. Bene, quindi, essere onesti ed evitare di dire di non avere difetti: sarebbe poco credibile. Bene anche parlare di difetti su cui si può lavorare, in modo da dare l’impressione di un work in progress. Male, invece, elencare difetti che sono del tutto incompatibili con il lavoro oggetto di colloquio: non si può dire di essere sociofobici se ci si sta candidando per un posto da PR! Via libera invece con i pregi, a patto di non risultare arroganti.
La domanda dell’ultimo minuto
“Prima di salutarci, un’ultimissima domanda… Ha già svolto altri colloqui?”. Dopo una brillante conversazione, questa domanda potrebbe vanificare tutti gli sforzi precedenti. Tra le domande colloquio di lavoro non è certo tra le più comuni, ma bisogna comunque aspettarsela. Anche qui vige la regola della sincerità. Inutile negare di aver svolto altri colloqui, anzi: potrebbe far capire al recruiter quanto effettivamente valete. Attenzione, però, a non esagerare fingendo di essere corteggiato da un gran numero di aziende. Questa tecnica potrebbe avere l’effetto opposto, facendo cadere la scelta del recruiter su un candidato ritenuto potenzialmente più disponibile.
Le domande colloquio di lavoro al recruiter
Non trascurate un dettaglio molto importante, ossia che il recruiter non è il solo a poter fare domande: anche voi ne avete tutto il diritto, e forse il dovere. In primo luogo, infatti, porre una domanda denota interesse e attenzione alle parole dell’interlocutore. In secondo luogo, molto spesso i colloqui di lavoro si concludono con la frase del recruiter: “Hai qualche domanda?”. Fare scena muta non è di sicuro l’ultima impressione da lasciare. Per cui, sempre meglio prepararsi una domanda da tirare fuori al momento opportuno: anche se tutti gli argomenti di vostro interesse sono stati sviscerati, resterà qualcosa di cui parlare.
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Il bilancio finale
Avete salutato con un’energica stretta di mano il recruiter e siete tornati a casa, ad aspettare che il telefono squilli. Il colloquio con l’azienda potrà anche essere finito, ma quello con voi stessi non lo è: questo è anzi il momento migliore per fare un po’ di auto-analisi, ripercorrere le risposte date e capire quali sono gli errori e i margini di miglioramento. Il colloquio di lavoro, infatti, resta un momento cruciale per capire la propria attitudine e capacità di relazione interpersonale e professionale. Tutto ciò che non è andato bene potrà quindi essere corretto per il colloquio successivo.
Non dimenticate quindi di annotare le domande che vi sono state poste e studiare una risposta migliore di quella che avete dato. La pratica vi aiuterà a migliorare il vostro modo di presentare voi stessi e soprattutto vi conferirà quel pizzico di sicurezza in più tanto apprezzato dai recruiter.