Come comportarsi in caso di infortunio sul lavoro

L’infortunio sul lavoro è un’eventualità in cui speriamo di non imbatterci mai, ma per cui dovremmo tutti essere preparati. Domenica 14 ottobre si celebra la 68° giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. Abbiamo quindi pensato di fornirti un’utile guida per far fronte a situazioni spiacevoli come questa.

Come comportarsi in caso di infortunio sul lavoro: la procedura e gli step da seguire

Impiegati, operai, cuochi, idraulici, elettricisti, meccanici, parrucchieri: tutti i lavori prevedono, seppur in misure e modalità diverse, il rischio di infortunio sul lavoro. Ogni lavoratore dovrebbe quindi conoscere, oltre alle basilari norme di sicurezza sul lavoro, anche le procedure da seguire nel caso in cui si incorra in problematiche del genere. Ciò premesso, la responsabilità di porre in essere tutti gli accorgimenti necessari per evitare l’incidente sul lavoro fa capo tanto al lavoratore quanto al datore di lavoro, ciascuno secondo le proprie responsabilità.

La definizione

L’infortunio sul lavoro è un evento traumatico che avviene sul luogo di lavoro e che causa l’impossibilità di proseguire il lavoro. La legge lo definisce invece come l’evento dal quale deriva la lesione o la malattia che comporta l’astensione dal lavoro per più di tre giorni.

Per poter parlare quindi di infortunio sul lavoro devono essere presenti più condizioni:

  • l’evento traumatico
  • il collegamento tra quest’evento e il lavoro che si svolge
  • la durata dell’astensione dal lavoro
  • la causa violenta. Quest’ultima è il criterio di discernimento per distinguere l’infortunio dal lavoro dalla malattia professionale, che è soggetta a diversa regolamentazione.

L’infortunio è infatti conseguenza di un avvenimento improvviso e di breve durata, come la caduta di un oggetto pesante, mentre la malattia è conseguenza di una causa che si protrae nel tempo e agisce poco alla volta, come ad esempio l’esposizione a sostanze tossiche.

Recentemente, però, la definizione di infortunio sul lavoro si è estesa, andando a ricoprire anche patologie riconducibili al benessere psicofisico.

i carichi pesanti sono spesso causa di infortunio sul lavoro

L’infortunio in itinere

Un’altra definizione spesso accostata all’infortunio per lavoro è quella dell’infortunio in itinere. Le condizioni sono le stesse, a fare la differenza è il luogo in cui l’infortunio avviene. “In itinere” significa in viaggio, per cui questa categoria comprende tutti gli infortuni che hanno luogo nel tragitto da casa o comunque da un luogo di partenza a lavoro e viceversa.

Anche qui, sono necessarie una serie di condizioni. Si deve innanzitutto trattare del normale percorso che viene quotidianamente seguito per raggiungere o allontanarsi dal posto di lavoro. Ciò significa che se il lavoratore, nel momento in cui subisce l’infortunio, aveva compiuto una deviazione o un’interruzione del normale percorso, non sarà coperto dall’assicurazione. La deviazione è consentita nel momento in cui, sostanzialmente, non ci sia la possibilità di svolgere il percorso classico (strada chiusa per lavori, sciopero dei mezzi ecc.).

L’infortunio in itinere ricopre sia lo spostamento con mezzi pubblici che quello con mezzi privati. In quest’ultimo caso, però, bisogna dimostrare che il trasporto con mezzi pubblici non è possibile o crea un disagio tale da incidere significativamente sulla vita del lavoratore e della sua famiglia. Ad esempio, se per raggiungere il posto di lavoro che è a 5 minuti di auto il lavoratore deve uscire di casa un’ora prima per prendere l’unico autobus disponibile: in tal caso un infortunio in auto rientra nella categoria di infortunio in itinere.

La legge

In Italia, l’infortunio sul lavoro è regolato da diverse norme:

  • Testo Unico sulle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e per le malattie professionali;
  • Il D.lgs 38/2000;
  • Gli articoli 365 e 583 del codice penale:
  • Il D.lgs 81/2008.

Tutte queste norme, create nel corso degli anni, hanno lo scopo di creare un sistema di prevenzione e responsabilità per i lavoratori e per i datori di lavoro, e per tutelare i primi sia dal punto di vista lavorativo che economico.

Infortunio sul lavoro, cosa fare

Nonostante tutte le norme di prevenzione e di sicurezza sul lavoro, gli incidenti sono inevitabili. Quando si presenta una situazione del genere, è bene tenere a mente tutta la procedura da seguire per assicurarsi di aver rispettato le prescrizioni della legge.

Innanzitutto, in caso di infortunio sul lavoro accertato, il lavoratore deve essere trasportato al Pronto Soccorso e opportunamente curato. Successivamente, è obbligo da parte del lavoratore di presentare il certificato medico al proprio datore di lavoro che, a sua volta, dovrà farlo pervenire telematicamente all’INAIL.

Se il datore di lavoro non provvede all’invio del certificato, è prevista l’applicazione di sanzioni che partono da 1290 € e arrivano fino a 7745 €.

A seguito della chiusura della prima prognosi, il lavoratore si recherà all’INAIL per sottoporsi a una visita medica, che può portare alla prosecuzione del periodo di infortunio del lavoro o al contrario alla sua chiusura e al ritorno all’attività lavorativa.

A seguito dell’approvazione del decreto semplificazioni del Jobs Act dello scorso anno, i datori di lavoro sono obbligati a comunicare all’INAIL anche gli infortuni sul lavoro della durata di un solo giorno, anche se non danno luogo ad alcun risarcimento. I dati vengono infatti utilizzati a fini statistici.

uomo a rischio di infortunio sul lavoro

L’indennità

La retribuzione sarà a carico del datore di lavoro per i primi quattro giorni e dell’INAIL per i giorni successivi. Il suo importo è pari a:

  • 100% per il giorno dell’infortunio
  • 60% per i tre giorni successivi a carico del datore di lavoro
  • 60% fino al 90° giorno da parte dell’INAIL
  • 75% dal 91° giorno e fino a completa guarigione.

L’indennità copre anche i giorni festivi. Quasi tutti i contratti nazionali, comunque, prevedono un tetto massimo pari a 180 giorni di astensione dal lavoro, oltre i quali il licenziamento è giustificato.

Le sanzioni e i procedimenti giudiziari

Oltre al risarcimento economico, c’è anche la possibilità che si apra un procedimento penale. Innanzitutto, nel caso di morte del lavoratore, il Procuratore della Repubblica procederà d’ufficio all’apertura dell’azione penale per omicidio colposo non appena informato del fatto. Il Procuratore è comunque obbligato a dare inizio all’azione legale anche nel caso in cui l’astensione dal lavoro del lavoratore superi i 40 giorni.

Inoltre, il lavoratore può in ogni caso querelare il datore di lavoro per lesioni colpose. Può infatti rivolgersi alle sedi territoriali INAIL, agli enti di patronato o all’avvocato per le richieste di risarcimento danni.

Tutto chiaro? Ora sai cosa fare in caso di infortunio sul lavoro, anche se speriamo non ti serva mai!