È recentemente stata pubblicata la classifica dei top employers 2019, ossia le aziende che nel corso dello scorso anno si sono distinte per le condizioni di lavoro offerte ai loro dipendenti. Si tratta di una classifica, non in ordine di importanza, che tiene conto di tutti quei fattori che contribuiscono a rendere un’azienda “virtuosa”.
Il Top employers insitute è un’organizzazione internazionale, che ogni anno esamina le candidature ricevute dalle aziende di tutto il globo e, dopo la valutazione di una serie di criteri, assegna le menzioni speciali. Non si tratta di episodi autocelebrativi: rientrare tra le top employers significa attuare un’operazione di brand awareness, e quindi di marketing, di non poco conto.
Quindi, quali sono i vincitori di questa edizione in Italia? Quali sono le aziende che trattano meglio i dipendenti? Scopriamolo subito, sia mai che abbiano qualche posizione vacante…
Top employers: le condizioni di lavoro in Italia e gli esempi più virtuosi nel 2019
Spesso, prima di iniziare a cercare lavoro, si indaga tramite amici e conoscenti per capire quale possa essere la posizione migliore, quella che magari, compatibilmente con i propri studi, permette più benefit e migliori condizioni di lavoro.
Ormai, infatti, la ricerca del lavoro non è più una questione di pancia, di passione. Trovare il lavoro dei sogni è diventata una chimera e così la ricerca si è trasformata in un calcolo, freddo e razionale, di costi/benefici.
È chiaro quindi che conviene informarsi sul luogo di lavoro per il quale si sta inviando la propria candidatura, sul clima che si respira, sul welfare aziendale e sul trattamento economico.
E, se le grandi multinazionali sono sicuramente quasi sempre presenti in cima alla lista, a volte possono esserci interessanti sorprese anche da aziende un po’ più piccole.
Le multinazionali virtuose del 2019
Puoi già immaginare quali siano le multinazionali che hanno vinto il premio top employers per il 2019. Si tratta più che altro di conferme, come quelle di:
- Esselunga;
- Vodafone;
- Coca-cola;
- Lamborghini;
- Adidas;
- Fineco;
- Decathlon;
- DHL;
- Gucci;
- Obi
E molte altre.
Le multinazionali come quelle citate hanno al loro interno un sistema di gestione delle risorse umane impressionante: welfare, asili nido, team building, benefit, convenzioni e molto altro contribuiscono a creare un sistema in cui il dipendente si sente parte di qualcosa di più grande.
Queste aziende hanno a disposizione dei budget stratosferici per mettere in piedi questi programmi, che ovviamente rendono pubblici al fine di migliorare ulteriormente la loro immagine. Welfare, dunque, ma anche marketing.
Le sorprese
Non sono però solo le grandi aziende a essersi qualificate come top employers per le loro condizioni di lavoro. Nella classifica infatti ci sono anche alcune sorprese, derivanti da aziende di rilevanza certo non nazionale, ma che si sono distinte positivamente per il trattamento riservato ai dipendenti. Qualche esempio?
- La Fondazione Poliambulanza Istituto Ospedaliero, un ospedale privato convenzionato con il SSN, ha ottenuto la certificazione per il 2019. La strutturain provincia di Brescia, che impiega 1850 dipendenti e offre diversi servizi diagnostici e chirurgici, rispetta tutti i requisiti che i giudici del Top Employers valutano. In particolare la struttura si è distinta per le politiche di formazione e sviluppo e le strategie di gestione delle human resources.
- Anche la Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Malpensa e Linate, è stata premiata come top employer. L’azienda punta sulla crescita degli aeroporti, che a sua volta dovrebbe creare una crescita del territorio in termini di economia e occupazione.
Fuori dalla Lombardia si distinguono anche la Cassa depositi e prestiti, Chiesi Farmaceutici e il Policlinico Gemelli.
Leggi la lista completa delle aziende virtuose
Quali sono le condizioni?
Abbiamo visto quindi quali sono le aziende più “brave”. Ovviamente, però, esistono centinaia e centinaia di piccole realtà che non posseggono questa certificazione, ma non sono da meno nella tutela dei loro dipendenti.
Anche una piccola azienda familiare può infatti approntare un sistema del genere. Quello che converrebbe valutare, quindi, sono le effettive condizioni di lavoro, più che il nome dell’azienda.
Cosa dovremmo sapere nel momento in cui ci candidiamo per un’offerta di lavoro o inviamo l nostra candidatura spontanea?
Il welfare aziendale
L’insieme di “buone pratiche” dei datori di lavoro prende il nome di welfare aziendale. Con questa espressione intendiamo tutta una serie di azioni che il datore di lavoro intraprende, che ha lo scopo di favorire il benessere dei dipendenti. Questo può tradursi sia nel trattamento economico puro e semplice che in una serie di altre iniziative.
Rientrano ad esempio nel trattamento economico i Premi di Produzione e i diversi bonus.
Ma la parte più interessante del welfare aziendale riguarda invece proprio le condizioni di lavoro e i benefit che sono collegati al contratto.
Tra i più interessanti abbiamo sicuramente i buoni pasto, l’assistenza sanitaria, i servizi di trasporto, le assicurazioni, agevolazioni su mutui e finanziamenti…
Possono però rientrare in questa definizione anche le modalità di svolgimento di lavoro come lo smartworking che il datore di lavoro decide di mettere a disposizione.
Fortunatamente, sembra che negli ultimi anni il fenomeno abbia visto una crescita costante: secondo i dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ad aprile dello scorso anno il 42% dei contratti di lavoro prevedeva delle misure di welfare aziendale mirate a migliorare le condizioni di lavoro. Di contro, nel 2016 la percentuale si assestava su un 17%.
La diffusione non è però omogenea sul territorio nazionale, ma vede un distacco delle aziende del Nord rispetto a quelle del Mezzogiorno, con percentuali del 78% contro il 16%.
Cosa chiedere al colloquio?
Purtroppo non esiste una legge che disciplini nel dettaglio i benefit delle condizioni di lavoro. Resta quindi discrezione dell’azienda concedere o meno determinati benefici. Quello che puoi fare è informarti in sede di colloquio sull’esistenza di eventuali misure di welfare aziendali, che comunque il recruiter dovrebbe già citarti.
Infine, ricorda che al di là dei top employers e dei benefit, ciò che fa la differenza è l’ambiente di lavoro e la tua soddisfazione nel lavoro che svolgi. Non barattare la tua passione per qualche buono pasto in più!
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