Il lavoro supplementare e straordinario è una tematica dibattuta molte volte, sulla quale, tuttavia, vige ancora un’incertezza dovuta alla scarsa chiarezza della normativa in merito.
Spesso i lavoratori si sentono presi in giro, poiché viene richiesto loro di effettuare delle ore lavorative extra e non sanno se possono rifiutare o se sono invece costretti ad accettare e, in tal caso, non sono a conoscenza della remunerazione.
Oggi cerchiamo di fare un po’ di chiarezza in quella che sembra un’intricata rete di norme, ma che si riduce in realtà a poche semplici regole. In questo modo saprai con certezza quali sono i tuoi diritti e i tuoi doveri, e potrai decidere di alzare i tacchi se ti viene richiesto qualcosa di non dovuto!
Lavoro supplementare e straordinario: differenze e caratteristiche richieste dal datore di lavoro
Venerdì, ore 17. Stai spegnendo il computer, o chiudendo la cassa, o togliendoti la tua divisa, quando il tuo capo si avvicina e con fare allegro esclama: “Oggi c’è un sacco di lavoro da fare, devi restare almeno un altro paio d’ore!”
A quel punto, mentre non sai se scuotere sommessamente la testa e rimetterti la divisa o cercare di sgattaiolare via senza che se ne accorga, ti chiederai: “Può farlo? Il mio orario di lavoro non è fisso? O sono invece in balia delle esigenze aziendali?”
Il punto è che l’orario di lavoro è sì parte del contratto, ma dipende effettivamente dalle esigenze aziendali. Ciò significa che, in alcune circostanze, è possibile che tu sia costretto ad effettuare del lavoro supplementare, o del lavoro straordinario.
Con questo ci riferiamo ovviamente al lavoro part time, poiché il full time conosce invece soltanto il lavoro straordinario. Il contratto part time, infatti, può presentare delle insidie, anche se spesso è accompagnato da numerosi vantaggi. Per questo motivo conoscere la legislazione vigente potrebbe anche aiutarti a capire se il lavoro che stai facendo è davvero quello che fa per te o se invece non sia il caso di iniziare a cercare altro.
Il contratto part time
Direi che è il caso di iniziare con una piccola introduzione sul contratto part time. Di cosa si tratta?
Il lavoro par time è una modalità di lavoro, disciplinata dalla legge, che prevede un orario di lavoro settimanale inferiore al massimo stabilito dalla legge (ossia 40 ore settimanali). La legge che ha fissato il tetto massimo di 40 ore è la 66/2003 , attenzione però: alcuni CCNL possono modificare questa soglia. Il contratto Cooperative sociali, ad esempio, pone il limite a 38 ore, mentre quello per il turismo relativo al personale non impiegatizio permette fino a 44 ore settimanali.
A regolare invece il lavoro part time sono diverse norme: la più recente è il decreto legislativo 81 del 2015.
Questa legge impone che nel contratto di lavoro part time venga specificato il numero di ore di lavoro e la collocazione temporale della prestazione (giorni, mesi, anni).
Part time orizzontale, verticale e misto
Ai fini della differenza tra lavoro supplementare e straordinario, la tipologia di part time non è rilevante: sia che si tratti di 4 ore per 5 giorni o 8 per 3, l’eventuale lavoro supplementare sarà ugualmente disciplinato.
L’unica problematica si presenta nel caso in cui le ore non fossero indicate nel contratto: in tal caso, chi stabilisce quando si tratta di lavoro supplementare e straordinario?
In realtà, nel momento in cui il lavoratore si rende conto della mancanza, può appellarsi e rendere il contratto full time!
Nel caso in cui manchi invece la collocazione temporale, sarà il giudice a determinarla con valutazione equitativa.
Tutto chiaro? Ora passiamo a ciò che riguarda il lavoro supplementare e straordinario, ossia quello che eccede le ore previste dal tuo contratto part time.
Supplementare o straordinario?
La differenza tra lavoro supplementare e straordinario è molto semplice:
- Le ore di lavoro che eccedono quelle previste dal tuo contratto, ma rientrano nelle 40 ore settimanali, ossia quelle di un contratto full time, sono lavoro supplementare.
- Quelle che invece eccedono anche le ore relative a un full time sono da considerarsi lavoro straordinario.
Tutto chiaro? Facciamo un esempio:
- Poniamo che il tuo contratto preveda 18 ore settimanali, su base orizzontale: se il tuo datore di lavoro ti chiede di fare due ore di lavoro in più al giorno, si tratta unicamente di lavoro supplementare, poiché il totale non eccede le 40 ore.
- Se invece il tuo contratto è, ad esempio, di 30 ore su base misto, e il tuo datore di lavoro ti chiede di fare 12 ore in più nel corso della settimana, avrai 10 ore di lavoro supplementare e due di straordinario.
Ovviamente lavoro supplementare e straordinario hanno caratteristiche e remunerazioni diverse!
NB queste regole non si applicano nel caso dello smartworking, che è ancora una giungla indisciplinata!
Il datore di lavoro può obbligarti al lavoro supplementare?
Il datore di lavoro può chiedere di effettuare delle ore supplementari in base a ciò che è previsto dal CCNL di riferimento. Qui vi è contenuto:
- Il tetto massimo di ore supplementari settimanali
- Le conseguenze per il suo eventuale superamento
- Le cause per cui il datore di lavoro può effettuare questa richiesta
- Le maggiorazioni riconosciute.
Un esempio? Il CCNL commercio prevede una maggiorazione del 35% per il lavoro supplementare.
Il lavoro straordinario
Oltre al lavoro supplementare, quindi, esiste quello straordinario, che è l’unica variante riconosciuta per i dipendenti full time. Le sue maggiorazioni sono così divise:
- 20% fino a 48 ore totali settimanali
- 25% oltre le 48 ore
- 35% per le festività
- 55% per le festività in notturna.
Ciò sempre all’interno di un tetto massimo annuale, che ad esempio nel CCNL commercio è pari a 250 ore annue, e di uno settimanale. Non è infatti possibile effettuare più di 48 ore nell’arco di 7 giorni. Attenzione, però!
Non si tratta di una misura assoluta. Le 48 ore si riferiscono infatti a una media calcolata su base quadrimestrale e non un’effettiva settimana.
Il datore di lavoro può obbligarti al lavoro straordinario?
Sicuro di voler sapere la risposta?
Generalmente, sì. Infatti, non puoi rifiutare di effettuare straordinario a meno che non ci siano delle cause oggettive che te lo impediscono (che non è l’ora di palestra, ma ad esempio una visita medica programmata e documentabile).
Da parte sua, il datore di lavoro non deve nemmeno avere un tuo consenso precedente se il CCNL prevede lo strumento dello straordinario.
Al contrario, tu puoi sempre rifiutare uno straordinario – oltre alle cause oggettive di cui sopra – se sei uno studente e se il turno successivo è a meno di 8 ore di distanza da quello precedente.
Ora ti dovrebbe essere tutto più chiaro, e magari non vedi l’ora di fare qualche straordinario, sempre che l’ambiente di lavoro sia positivo!