L’automazione e robotica è una tematica di cui si sente parlare spesso a periodi alterni. Ogni volta che un’innovazione tecnologica viene diffusa, infatti, si torna a discutere delle possibilità e delle minacce che questi strumenti rappresentano per il mondo del lavoro.
E ogni volta, puntualmente, la discussione affievolisce, perché non si arriva mai a una svolta tale da minacciare seriamente l’indispensabilità dell’elemento umano.
L’ultima novità è arrivata dalla Corea del Sud, dove in seguito all’ampio utilizzo dei robot durante le Olimpiadi Invernali, si è pensato di tassare, o meglio di ridurre gli incentivi, alle imprese che utilizzano automazione e robotica per il loro lavoro.
Quindi, qual è la situazione oggi? Le macchine stanno davvero prendendo il sopravvento?
Automazione e robotica: cosa ci aspetta nel futuro e quali lavori verranno affidati alle macchine?
È inutile negare la realtà. L’automazione e robotica sta facendo passi da gigante, e tantissime azioni prima affidate all’uomo oggi vengono svolte dalle macchine.
E non stiamo parlando solo di lavori “umili”, faticosi o degradanti: anche attività che richiedono sforzo intellettuale o molto prestigiose oggi vengono svolte da robot e androidi.
Il problema è come gestire questo cambiamento senza lasciarsi sopraffare, tenendo conto dei limiti delle macchine e dell’unicità dell’essere umano, che resta sempre il computer perfetto.
L’automazione e robotica sono parte dell’ingegneria meccatronica e, essendo nate già da molti anni, hanno avuto tutto il tempo per evolversi e migliorare, arrivando oggi a competere con l’essere umano.
Lo sviluppo dei robot richiede conoscenze complesse: se prima un automa necessitava soltanto del movimento, oggi i robot sono costruiti tenendo conto dei principi di psicologia, biologia, linguistica, matematica, informatica…
In cosa sono bravi i robot?
Potenzialmente, in tutto. Basti pensare che una volta il massimo che potevano fare era spostare un oggetto da un punto A a un punto B. Oggi, i robot tengono lezioni, preparano piatti deliziosi, fanno da inservienti e svolgono funzioni di pubblica sicurezza.
Insomma, il futuro alla Io, Robot è quasi arrivato. E non esistono le tre leggi a tenere a bada le macchine. Sarà nostro compito tracciare una linea.
Grazie all’automazione e robotica il mondo del lavoro ha conosciuto una vera e propria rivoluzione. Inizialmente, a essere interessati erano quei compiti che gli umani non volevano svolgere e percepivano come alienanti: tipicamente quelli della catena di montaggio, dove è necessario ripetere la stessa semplice operazione moltissime volte al giorno.
Fin qui, tutto bene. I lavoratori erano grati di essere affiancati da una macchina in grado di sgravarli da quel peso.
Le aziende si sono però presto accorte di una cosa: l’automazione e la robotica permette la costruzione di macchine molto, molto più convenienti rispetto all’essere umano.
Un robot non fa pause caffè, non va in bagno, non si ammala, non prende ferie, non è stanco, non si lamenta e non viene pagato, tranne che per l’acquisto.
Cosa si potrebbe desiderare di più?
Ben presto sono stati creati robot di svolgere funzioni molto più complesse, tanto che oggi esistono effettivamente settori minacciati dalla loro presenza: basti pensare alle macchine che si guidano da sole.
Ma forse il campo più interessante è quello del customer care. Le chatbot, ad esempio, hanno conosciuto un successo incredibile: oggi ogni sito web o pagina social ha un “assistente virtuale” che aiuta l’utente a trovare quello di cui ha bisogno.
In cosa siamo bravi noi?
È vero, i robot apprendono molto facilmente e soprattutto, una volta appreso, non commettono mai lo stesso errore. Questo non si può dire degli umani.
Ma anche così, esistono delle mansioni che non possono e non potranno mai essere svolte da un robot. Mansioni per cui l’automazione e robotica potranno anche fare passi da gigante, ma non riusciranno mai a sdoganare.
Stiamo parlando di tutti quei lavori per cui l’elemento e il contatto umano sono fondamentali. Magari un bullone può essere avvitato da una macchina, ma un quadro può essere dipinto da un robot? O una canzone cantata da un automa? O un libro scritto da un androide?
La grande categoria che non potrà mai essere rimpiazzata dai robot è quella dei creativi e degli artisti. Perché la sensibilità umana è qualcosa di unico e non replicabile, nemmeno dal più sofisticato dei robot.
Non solo arte: anche la vendita è un’attività che difficilmente può essere svolta da un robot. Richiede infatti sensibilità, conoscenza delle leve da utilizzare e della psicologia umana.
Tutte queste mansioni sono caratterizzate anche dall’espressione di una certa personalità verso un target, che possa essere la collettività o un singolo. Come replicare queste caratteristiche?
Difficilmente un robot potrebbe adattarsi al linguaggio, alle conoscenze e al carattere dei diversi destinatari.
Il futuro
Se oggi la situazione è ancora gestibile, in un futuro prossimo le cose potrebbero cambiare. Secondo Martin Ford, famoso imprenditore americano, presto i robot sostituiranno non solo il lavoro manuale, ma anche quello intellettuale.
Secondo alcune statistiche, poi, oggi in America il 47% dei lavoratori potrebbe già essere tranquillamente sostituito da robot.
In Giappone hanno aperto un hotel interamente gestito dalle macchine, e Pepper, il robot commesso, è già attivo in diversi punti vendita nel paese del Sol Levante.
Secondo alcuni, c’è un risvolto positivo.
Il fatto che gli umani non debbano più impiegare il loro tempo a svolgere certe mansioni, permetterebbe loro di concentrarsi su altro e sviluppare il loro lato creativo e intellettuale. Inoltre, non c’è da dimenticare che i robot non si costruiscono da soli: l’industria robotica impiega un gran numero di professionisti.
Qual è la verità?
Sì, probabilmente alcuni lavori tenderanno a scomparire: operai, collaboratori domestici, maggiordomi e quant’altro saranno completamente sostituiti dai robot. Ma molti altri, invece, continueranno a prosperare.
La tanto chiacchierata “rivoluzione” non è affatto rivoluzionaria. A svelarlo è una ricerca del Information Technology and Innovation Foundation, che ha analizzato oltre 700 tipologie di lavoro.
La conclusione è stata che l’ingresso dei robot in certi campi lavorativi è del tutto marginale: al confronto, la Rivoluzione Industriale avrebbe dovuto porre fine per sempre al lavoro da parte dell’uomo!
Quello a cui molto probabilmente assisteremo è una convivenza pacifica tra uomini e macchine, nella quale le seconde si occuperanno di sgravare i primi dai compiti più faticosi, senza per questo sostituirli.
Del resto, non siamo ancora pronti a tornare a cacciare per vivere!
Vuoi sapere quali sono invece le professioni del futuro?